• G-20 e UN Food Systems Summit: le sfide globali per l’agroalimentare
Quali sfide attendono la produzione, la trasformazione e il consumo di alimenti? Certamente saranno questi i temi in discussione al prossimo G-20 dei Ministri dell’Agricoltura che si terrà a Firenze (17-18 settembre 2021) e al Food Systems Summit delle Nazioni Unite in agenda per il 23 settembre a New York.
In realtà la questione più calda è una: come potrà la gestione dei sistemi agroalimentari – responsabile tra l’altro di oltre un terzo delle emissioni di gas serra – contribuire al raggiungimento dei 17 obiettivi indicati dall’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite? L’Unione Europea si è dotata della Strategia Farm to Fork: si tratta di un approccio di mercato al tema della sostenibilità, basato da un lato su incentivi ai produttori e trasformatori, dall’altro sul rafforzamento della comunicazione di prodotto, per favorire scelte consapevoli da parte dei consumatori. Tra gli obiettivi da raggiungere entro il 2030 quello di aumentare le coltivazioni di prodotti biologici del 25%, la riduzione nell’impiego dei pesticidi chimici del 50% e dei fertilizzanti del 20%. Ma la quasi certa diminuzione della produzione agricola che ne deriverà potrebbe essere compensata con maggiori importazioni da paesi extra-UE, trasferendo a questi ultimi tutta una serie oneri ambientali e ciò nella consapevolezza che l’inquinamento di aria e acqua non conosce confini.
Il mondo dovrà quindi affrontare la questione delle tecniche di produzione e degli stili di consumo, entrambi da rivoluzionare. L’obiettivo da un lato è produrre di più utilizzando meno risorse: meno terra e meno acqua, ma anche rilasciando meno gas serra in atmosfera e inquinanti nel terreno. Dal lato del consumo, invece la priorità è ridurre l’environmental footprint (impronta ambientale): meno carne innanzitutto (che richiede acqua e implica elevate emissioni di CO2) e più vegetali da introdurre nella nostra dieta. Serve tanta consapevolezza e uno sforzo sistemico senza precedenti nella storia dell’umanità.
Infine, forse non così in chiaro nell’agenda dei due summit, ma sicuramente in testa alle preoccupazioni dei governi nazionali, vi è la questione della “sicurezza nazionale (alimentare)”: filiere più corte e maggiore autosufficienza produttiva a livello statale come si sposeranno con la necessità di un’azione comune per la sostenibilità e con le regole del libero commercio?
Photo credit: gentile concessione di F. Sordi