• COOP-G20: messaggi forti sul cambiamento climatico (15 settembre 2021)

da | Set 16, 2021 | 0 commenti

Lo ha detto in apertura il Sindaco Dario Nardella: “Quando è a rischio l’ambiente sono a rischio le nostre libertà e i nostri diritti”. E il futuro, tratteggiato nel corso del convegno organizzato a Firenze da Coop Italia e incluso tra i side event del G-20,  presenta molte incognite.

Non stiamo andando però verso lo scenario che taluni immaginavano agli inizi degli anni ’60: non siamo costretti al “cibo in pillola”, ovvero a una drastica riduzione delle varietà e delle caratteristiche organolettiche. Anzi, come ha sottolineato il Prof. Carlo Alberto Pratesi, gli anni 2000 sono stati tutti all’insegna della riscoperta e della valorizzazione della qualità degli alimenti. Merito anche di trasmissioni di cucina divenute popolari e molto seguite dai giovani, come Masterchef. Altre previsioni, purtroppo, si sono avverate: lo sviluppo economico e la globalizzazione hanno mostrato i propri limiti, intaccando le risorse naturali disponibili; lo sfruttamento della natura ha favorito il salto di specie dei virus e il diffondersi di epidemie; è in corso un processo di concentrazione delle risorse naturali, mentre una quota crescente di coltivazioni è riservata all’uso animale e alla produzione di bio-carburanti.

Che fare? Per Marcela Villarreal della FAO le sfide che attendono l’agricoltura a livello mondiale sono tre: nutrire il mondo (e i suoi 10 miliardi di abitanti nel 2050), fornire i mezzi di sussistenza ai più poveri e ridurre l’impatto ambientale dell’agricoltura. Se la fame era in forte riduzione negli ultimi decenni, a partire da tre o quattro anni il numero di persone sottonutrite è in aumento e il 2020 si è raggiunto un picco. Ody Morgan di Via Campesina (organizzazione mondiale di difesa dei piccoli coltivatori) ha gettato il guanto di sfida alle multinazionali che controllano le sementi più diffuse, una quota importante dei raccolti da agricoltura intensiva e parte della produzione industriale di alimenti. Gli agricoltori, magari associandosi, possono preservare il paesaggio e la biodiversità meglio di molte tecnologie di ultima generazione e con un impatto ambientale minore.

L’Italia in questo contesto ha un ruolo importante da svolgere, con la forza del suo Made in Italy, del suo patrimonio eno-gastronomico e dei suoi tanti produttori e trasformatori. Come ha sottolineato la Presidente di Unicoop Firenze, Daniela Mori, la Toscana in particolare conta su un territorio esteso quasi come la Lombardia ma con meno della metà degli abitanti, ha un brand forte, molti punti di forza e forse soltanto una debolezza: una propensione al gioco di squadra da migliorare. Il banco di prova per tutti è vicino e si chiama PAC (Politica Agricola Comune) 2023-2027.

Share This