• Covid-19 e turismo sostenibile

da | Lug 16, 2020 | 0 commenti

Riflessioni in margine al webinar di Confindustria Toscana del 25 giugno 2020

Covid-19 può segnare un’inversione di tendenza rispetto al fenomeno dell’overtourism?

Relativamente all’industria turistica in senso lato, cioè in tutte le sue componenti, i segnali che colgo sono quelli di un ritorno alla situazione precedente al diffondersi della pandemia: riempire le strutture, gli aeroplani, i ristoranti, i musei sembra essere l’imperativo dell’offerta. Nel lungo periodo la variabile in grado sparigliare davvero le carte non è Covid-19, al quale l’industria finirà per prendere le misure, ma il 4° Megatrend: il degrado ambientale. Confrontarsi e opporsi al cambiamento climatico e all’inquinamento del pianeta richiede tuttavia una coscienza ambientale da parte di governi e cittadini del mondo, un mutamento di valori, un cambiamento radicale di prospettiva economica. Più che alle tasse ambientali sui viaggi aerei, dovremmo arrivare a rivedere la struttura dei costi di qualsiasi bene e servizio per includere il costo ambientale. L’estrema conseguenza di questo cambiamento nella scala dei valori potrebbe essere sintetizzata con lo slogan opposto a quello lanciato da Iberia nel 2019: viaja menos, invece di viaja mas. Un mutamento di prospettiva di 180°. Non so dirvi quando ci arriveremo. Sappiamo però che sarà comunque troppo tardi per riportare il pianeta a quello che era prima dell’antropocene.

Le prospettive dello slow tourism e del turismo digitale 

È possibile che nel lungo periodo si affermi una tendenza, quella che in gergo si chiama anche “fashion” cioè tendenza nel senso di moda, al viaggiare “lento” e forse anche non troppo distante da casa. Non credo che questa tendenza sarà improntata però dalla paura di un contagio (che passerà) quanto piuttosto da una nuova coscienza ambientale, dettata forse dall’emergenza climatica che diventerà sempre più pressante. Neppure ritengo che questa tendenza sarà dominante: a dettare le regole del gioco temo che continuerà a essere il turismo di massa, il “turismo che consuma il mondo” come ha scritto il sociologo francese Rodolphe Christin in un suo libro recente sull’argomento[1]. Secondo questo studioso, i poteri economici e politici ci vogliono sempre più mobili e disposti a spendere all’insegna del motto “viaggio dunque sono”. Il movimento diviene espressione dunque di una vita vissuta al massimo, una reazione alla nostra “fame di mondo” (è una citazione di Marco D’Eramo[2]). In realtà tutti noi seguiamo alcuni modelli di tipo culturale, ancora una volta innestati profondamente nella società di massa: viaggiare per dimostrare il nostro status, il nostro censo, le nostre capacità al circolo dei nostri simili, dei nostri conoscenti, dei nostri follower. Da qui il selfie del mondo – il selfie di noi con la Gioconda a Parigi – per dire a tutti che esistiamo e siamo al top. Bourdieu docet.[3]

Quanto alle forme alternative di fruizione dell’esperienza turistica, è bene dire che dal mondo del digitale potrebbero arrivare alcune soluzioni. Riflettendo ed educando le generazioni future potremmo comprendere che una cosa è viaggiare per conoscere una cultura diversa dalla nostra, rispettandola nella sua integrità, e un’altra attraversare fisicamente un mondo mono-culturale e “terraformato” per farsi una foto con un simulacro di una cultura che non esiste più. Paradossalmente sostituendo in parte lo spostamento fisico con esperienze digitali potremmo assicurare una residua sopravvivenza proprio al senso originario del viaggiare. Tuttavia, a scanso di equivoci, è bene dire che stiamo parlando adesso di scenari preferibili, forse possibili (ce lo ha mostrato Covid-19) ma allo stato degli elementi in nostro possesso non ancora “probabili”. Sta a noi, in sintesi, renderli tali.

La registrazione del webinar Il futuro del turismo dopo Covid-19 organizzato da Confindustria Toscana e Confindustria Toscana Servizi è disponibile a questo link:

https://register.gotowebinar.com/recording/1803861383385533709

 

[1] Christin R., Turismo di massa e usura del mondo. Milano 2019.

[2] D’Eramo M., Il Selfie del mondo. Milano 2017.

[3] Bourdieu P., La distinzione. Critica sociale del gusto. Bologna, 2001.

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