• Megatrend, cigni neri e il futuro del turismo

da | Giu 26, 2020 | 0 commenti

Il testo del mio intervento al Webinar di Confindustria Toscana del 25 giugno 2020

Come sapete sono un consulente nel campo della strategia di impresa e mi occupo in particolare di trend e scenari di medio lungo termine per la pianificazione industriale.

L’argomento di oggi è il futuro del turismo dopo Covid-19. Vi sarete accorti anche voi che in questo momento sono all’opera due forze socio-economiche contrapposte: una tendenza al ripristino dei flussi e delle dinamiche turistiche preesistenti, cioè pre-Covid 19, e una tendenza di segno opposto, cioè frenante, legata a due fattori, le misure di contenimento della diffusione del virus in corso di sostituzione con misure più leggere di tipo preventivo, e la paura che ha interessato tutte le popolazioni umane con esperienza di contagio (quasi tutti gli stati del mondo: per questo si chiama pandemia). Questa analisi, molto semplice, ci dice ancora relativamente poco su quelli che potrebbero essere gli scenari futuri. Dobbiamo entrare nel merito e scomporre e ricomporre le varie forze in gioco.

Chi ha ascoltato il mio intervento sul futuro del cibo, lo scorso 11 giugno, sa che un modo semplice di ragionare sui possibili scenari futuri deriva dall’analisi dei megatrend. Vediamoli di nuovo brevemente: l’aumento della popolazione mondiale, la globalizzazione, la rivoluzione digitale e il degrado ambientale.

I megatrend, con il semplice uso della logica intuitiva, ci danno il segno del cambiamento del settore turistico di lungo periodo: una crescita continua e ininterrotta, quasi esponenziale, trainata dall’aumento del reddito pro-capite legato ai commerci e ai movimenti delle persone, cioè dalla globalizzazione, dall’aumento dei potenziali turisti a seguito della crescita della popolazione, da proliferare delle occasioni di viaggio low cost legato alla massificazione dei servizi e alla rivoluzione digitale, cioè dal commercio elettronico. Ecco quindi spiegato in estrema sintesi l’andamento del numero di turisti internazionali nel mondo: 200 milioni intorno al 1974, 682 milioni nel 2000, 1 miliardo nel 2011, 1,5 miliardi nel 2019 (UN WTO – World Tourism Barometer 2020), con una crescita ininterrotta da 10 anni e un tasso di crescita medio degli arrivi internazionali del 5,1%. Questo tasso di crescita supera nettamente quello della popolazione mondiale, che seppur istradata a raggiungere 11 miliardi nel 2100 (8,5 miliardi nel 2030), cresce “soltanto” mediamente dell’1,2 % dal 2010 a questa parte.

Torniamo adesso ai possibili effetti del Cigno Nero, cioè dell’evento dirompente ma imprevisto (secondo alcuni ma non per tutti) Covid-19. Possiamo guardare al passato per acquisire ancora qualche riferimento. Dal 1982 ad oggi la crescita dei turisti internazionali si è interrotta soltanto 2 volte: nel 2003 per effetto dell’epidemia di SARS e nel 2009 per effetto della crisi economica del 2008-2009. Per il resto la crescita è stata costante. Aggiungerei anche che IATA nel 2018 non vedeva all’orizzonte 2030 alcun ostacolo alla crescita esplosiva dei voli aerei al di fuori di un intervento dei governi volto a contenere (tramite tasse ad esempio) l’impatto ambientale del traffico aereo.

Forti di queste informazioni, possiamo azzardare qualche previsione sul futuro possibile se non addirittura probabile: la minaccia pandemica potrebbe pesare notevolmente sia in termini di riduzione secca del numero di turisti internazionali per il 2020 sia del reddito disponibile a livello mondiale (4,9% secondo le stime del FMI di ieri). Ma dal prossimo anno questi numeri saranno in crescita. Potrebbero essere necessari tuttavia alcuni anni per tornare ai livelli di turisti internazionali del 2019. Considerando che il settore nel 2018 a livello mondiale valeva 1401 miliardi di dollari ovvero 1700 miliardi compresi i ricavi del trasporto aereo, ci possiamo rendere conto che l’impatto economico sarà drammatico, anche in termini occupazionali. Tuttavia già nel medio periodo – 5 anni – il trend di crescita precedente alla crisi potrebbe ripristinarsi e il numero di passeggeri trasportati raggiungere nuovi record. A meno che il 4° megatrend, il degrado ambientale, non acquisti forza e finisca per influire su economia e società più rapidamente di quanto possiamo immaginarci oggi.

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