• Le conseguenze economiche di Covid-19 e il peccato di ottimismo della Commissione UE

da | Mag 9, 2020 | 3 commenti

Le “ipotesi benigne” alla base delle previsioni di primavera 2020-2021

È il 6 maggio e sto ascoltando alla radio la presentazione delle Previsioni economiche di primavera per il 2020 e 2021 del Commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni. Ho la netta sensazione di aver sentito la parola “ottimistiche”, ma forse mi sbaglio. La mia attenzione si risveglia. Trovo strano che l’annuncio della più severa recessione economica nella storia dell’Unione Europea (-7,4%) e di un crollo senza precedenti del PIL italiano (-9,5%), cui seguirà nel 2021 un recupero soltanto parziale, possa corrispondere a una previsione ottimistica. Con calma ascolto di nuovo la registrazione dell’intervento in inglese dell’ex premier sul sito dell’ANSA. Le parole sono diverse ma il senso è quello: i rischi per questo scenario sono eccezionalmente rilevanti e sfortunatamente operano al ribasso (“the risks to this outlook are exceptionally large and unfortunately they are to the down side”).

Leggo quindi i commenti dei giornalisti sulla stampa italiana online e poi su quella cartacea del giorno successivo. Beda Romano sul Sole 24 Ore sottolinea ad esempio come il rapporto presentato dal Commissario Gentiloni contenga un evidente messaggio politico, viste le discussioni in corso a livello comunitario sul Recovery Fund e su altre misure che potrebbero mitigare la crisi. Poiché i numeri mi appassionano, continuo a pensare a quali ipotesi ottimistiche possano giustificare queste “previsioni di primavera”. Decido di leggere tutti i documenti pubblicati sul sito della Commissione: quello più completo, di oltre 200 pagine di lunghezza, è l’Institutional Paper 125[1] a firma del Direttore Generale per gli Affari Economici e Finanziari Maarten Verwey. Effettivamente in apertura è scritto che queste previsioni sono basate su alcune ipotesi favorevoli (“benign assumptions”): 1) che le misure di contenimento saranno gradualmente rimosse; 2) che dopo la loro rimozione la pandemia rimarrà sotto controllo; 3) che le misure fiscali e monetarie senza precedenti adottate dagli stati membri e dall’UE attenueranno sia l’impatto economico immediato della crisi che il danno permanente al tessuto economico.

Mi restano ancora alcuni dubbi sulle ipotesi di base. Decido quindi di chiedere per e-mail ai funzionari incaricati della Commissione quali siano le loro supposizioni in merito a:

  1. circolazione delle persone: es. libera, basata su un accordo comunitario, soggetta a regole nazionali diverse, soggetta a quarantena?
  2. turismo, viaggi e attività culturali: ripresa completa o parziale in quanto soggetta a misure di distanziamento sociale?
  3. circolazione di capitali: impatto sul PIL di misure di nazionalizzazione/controllo di aziende strategiche.

Nell’arco di un giorno arrivano le risposte:

  1. Presumiamo che le restrizioni alla circolazione intracomunitaria siano rimosse dalla fine del Q2;
  2. Attività ricreative e turistiche sono consentite nella seconda metà del 2020, eccetto quelle che coinvolgono gruppi numerosi di persone;
  3. Non sono state formulate ipotesi al riguardo.

Ecco alla fine chiarito il “mistero” delle previsioni ottimistiche. Quello fornito dalla Commissione è uno scenario che considera fondamentalmente il “fenomeno pandemico COVID-19” un evento sporadico, uno shock di origine esterna e impatto senza precedenti ma con effetti transitori e limitati nel tempo (4 mesi in totale). Da luglio la vita riprenderà come prima. Potremo viaggiare all’interno dell’UE senza incorrere in controlli di alcun tipo, senza passaporti sanitari o quarantene. Riprenderemo a volare low-cost. Gli alberghi saranno pieni e le strade affollate di turisti. Insomma i paesi più colpiti da questa crisi e dalla recessione, come Spagna e Italia la cui economia è decisamente sostenuta dal turismo (13% del PIL), potranno contare su una ripresa a V e sulla libera circolazione delle persone. Non è scritto in chiaro, ma è quello che si desume dalle ipotesi in questione. Più che di previsioni economiche quindi, direi che si tratta di un auspicio.

[1] https://ec.europa.eu/info/publications/economic-and-financial-affairs-publications_en.

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