• L’alimentazione che verrà

da | Lug 28, 2017 | 0 commenti

Stefano Liberti
I signori del cibo
Roma
, 2016

Liberti ci conduce in un viaggio alla scoperta di quattro prodotti alimentari; carne di maiale, soia, tonno in scatola e pomodoro concentrato. Il filo conduttore? Sono tutti prodotti destinati a soddisfare il consumo di massa. E a questo proposito non posso non ricordare qui una frase che ho letto in un recente rapporto della FAO. “L’agricoltura nel XXI secolo [..] deve produrre più cibo e fibre per nutrire una popolazione in crescita”, tra l’altro usando una quantità di terra inferiore all’attuale (per effetto del degrado ambientale e dei mutamenti climatici) e con una forza lavoro rurale meno numerosa. Questo libro ci apre gli occhi sui rischi a cui andiamo incontro puntando tutto sulla produzione agricola e gli allevamenti intensivi, su una trasformazione industriale altamente concentrata che dimentica le proprietà fondamentali degli alimenti, su un commercio di cibo attento esclusivamente al prezzo. E’ possibile un altro epilogo? A livello globale forse no, perché nel 2050 ci saranno 9 miliardi di esseri umani su questo pianeta ed evitare l’erosione delle risorse ambientali (flora, fauna e paesaggio) potrebbe essere impossibile. A livello locale, forse. Se riuscissimo a consumare cibo più responsabilmente (evitando il consumo eccessivo di carne), a ricercare il benessere animale, a considerare nelle nostre scelte l’impatto ecologico del trasporto, della confezione (e del suo smaltimento) e della conservazione dei prodotti alimentari. Insomma, abbiamo di fronte a noi un’economia agro-alimentare da reinventare.

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